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Modello 2: entropia nei processi morbosi cronici

Qualsiasi turbamento fra energia necessaria per le varie funzioni e energia disponibile, incide sulla efficienza della riserva funzionale, e quindi sulla possibilità che la cellula esplichi attività superiori a quelle svolte in condizioni normali quando ne sia necessario l'aumento.

Di fronte ad un evento cronico, la riserva funzionale è costantemente sollecitata, e l’organismo tende a precipitare lentamente ed irreversibilmente verso uno stato termodinamicamente più probabile, ossia di maggior disordine, che corrisponde all' iter clinico della patologia.

Interventi esterni per il ripristino dell'omeostasi

L' intervento convenzionale di fronte ad un evento patologico, è quello di utilizzare una sostanza esterna, capace di bloccare/rallentare l'attività dell'agente patogeno. Qualora non sia possibile la guarigione, il nuovo equilibrio termodinamico è funzione del rapporto rischio/beneficio, e sarà caratterizzato da una diversa velocità di precipitazione verso lo stato termodinamicamente più probabile, comunque irreversibile.

Si può pensare ad un alternativa terapeutica che consiste nel fornire energia dall'esterno del sistema, priva di materia, con caratteristiche di biocompatibilità talmente elevate da introdurre un Delta-S negativo di valore compensatorio della deriva inversa.

Il risultato aspettato è la stabilizzazione delle funzioni omeostatiche attivate dalla riserva funzionale energia dipendente, od un processo di guarigione completa se il deficit che ha impedito la guarigione nella fase acuta dell'evento patologico è attribuibile esclusivamente allo stress bioenergetico.

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